Microplastiche: cosa sono, perchè fanno male e cosa fare per ridurle

Le microplastiche sono delle piccole particelle di plastica che ormai si trovano ovunque tanto che stiamo assistendo ad una vera e propria plastificazione del pianeta. Vediamo gli effetti sulla salute e come ridurle.

Fonte fotografia: Freepik

Le microparticelle sono piccole particelle di plastica non più lunghe di 5 mm rimaste nell’ambiente per decenni derivanti dai vecchi rifiuti delle discariche e dall’immondizia. Il pianeta è ormai inondato dalla loro presenza sia in terra che in mare, e persino nell’aria, nel cibo che mangiamo, nell’acqua che beviamo. Diversi studi hanno dimostrato la loro pericolosità per la salute dell’uomo e del pianeta.

Terra, acqua, aria… sono ovunque

Le microplastiche stanno devastando il pianeta, dalla terra al mare e persino nell’aria: stiamo assistendo ad una vera e propria plastificazione del pianeta. Le microplastiche vivono un ciclo vizioso che le fa circolare continuamente dal suolo, all’aria, all’acqua fino a raggiungere anche gli angoli più remoti del pianeta.

Sul suolo

Sul suolo: il 5% delle microplastiche arriva da sacchetti, materiale da imballaggio, recipienti, polistirolo, attrezzi per la pesca. Ma anche da prodotti e processi impensabili come: le microplastiche rilasciate nelle microfibre dell’asciugamano messo in lavatrice, alcuni cosmetici ad effetto esfoliante, le attività agricole. Nonostante l’esistenza di molti sistemi di intrappolamento, le microplastiche riescono a superare il sistema giungendo in acqua, dai fiumi, fino a raggiungere mari ed oceani.

In acqua

Il 10% arriva dagli oceani. Secondo l’ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), ogni chilometro quadrato dell’oceano indiano contiene in media 63.320 e solo nel Mediterraneo si concentra il 7% di queste particelle. Si stima che entro il 2050 ci sarà più plastica che specie animali nei nostri mari.

Perché preoccuparsi delle microplastiche nell’aria?

In acqua la plastica proveniente dalla terra finisce per essere ingerita da molti organismi, come plancton, invertebrati, pesci, molluschi, crostacei, gabbiani, balene, squali con il rischio di modificarne la catena alimentare. Gli effetti dannosi, però, non si limitano alla fauna: il 15% di questi animali finisce sulle nostre tavole. Anche il nostro organismo viene sommerso di microplastica, agenti inquinanti che possono arrivare ad alterare la genetica.

Nell’aria

La maggior quantità di microplastiche viene trasportata dall’aria. A rivelarlo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences che ha analizzato campioni di microplastica raccolti in 11 località degli Stati Uniti. Secondo i ricercatori siamo circondati da plastica in quanto è l’aria a spostarla, da un posto all’altro, anche solo dal movimento delle auto. Le strade sarebbero le principali responsabili dell’85% di microplastica presente nell’aria: arrivano principalmente dalle particelle di ruote di automobili e dai depositi di rifiuti.

Perché preoccuparsi delle microplastiche nell’aria?

Respiriamo l’aria e se l’aria è inquinata da microplastiche dovremmo preoccuparci per le conseguenze sulla nostra salute. Inoltre, attraverso l’aria la plastica viene trasportata in tutte le regioni del pianeta, fino a raggiungere i 100 km di distanza e colpire anche le zone più incontaminate, dai campi coltivati, ai parchi nazionali, fino all’Artico e all’Antartico. Uno nuovo studio ha scoperto, ad esempio, piccoli frammenti di plastica in una regione remota dei Pirenei francesi che si pensava fosse ancora intatta.

Come ridurre la microplastica

Dal momento che siamo circondati da microplastica, non è facile trovare una soluzione al suo smaltimento e alla sua diffusione. L’Unione Europea sta studiando diverse strategie per scoraggiare l’uso della plastica, come l’aumento dei tassi di riciclaggio dei rifiuti di plastica, il divieto di utilizzare microplastiche nei cosmetici e detergenti e plastiche usa e getta.

Cosa possiamo fare noi

Salvare l’ambiente dalla plastica e salvaguardare la nostra salute è possibile partendo da noi. Ecco cosa possiamo fare:

  • Filtrare l’acqua del rubinetto: il 72% dell’acqua proveniente dal rubinetto contiene microplastiche. Un buon sistema di filtraggio ne riduce il consum.
  • Riduci il consumo di plastica, come bottiglie e buste per la spesa.
  • Scegliere capi di abbigliamento che abbiano fibre naturali. Poliestere, nylon, acrilico, viscosa, elastan acetato, sono tutte fibre sintetiche che dopo il lavaggio rilasciano nell’acqua piccole particelle di plastica.
  • Quando acquistiamo cosmetici e detergenti preferiamoli di origine naturale e impariamo a leggere gli ingredienti.  NON dobbiamo trovare sigle legate a sostanze plastiche: Polyethylene (PE), Polymethyl methacrylate (PMMA), Nylon, Polyethylene terephthalate (PET), Polypropylene (PP). Dentifrici e scrub sono alcuni dei cosmetici che contengono le microsfere, ovvero piccoli pezzi di plastica di dimensioni inferiori a 1 mm.

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